LA CORPORAZIONE
Si dice che i mercatanti fiorentini siano stati i primi a costruire una loro corporazione. Fino al 1237 la sede era davanti al Mercato Nuovo, poi spostata in Via Calimaruzza, dove è ancora oggi visibile lo stemma con l'aquila dorata che artiglia un torsello.
In questa sede i membri della corporazione si riunivano per discutere e regolamentare le loro attività e, come tutte le arti, ogni questione riguardante la loro condotta spettava al Collegio dei Consoli, che dovevano avere almeno 30 anni, essere (naturalmente) fiorentini e "di parte guelfa".
Un sistema (sicuramente all'avanguardia per l'epoca) prevedeva:
-> una sorta di "pensione" per i soci che avessero prestato almeno 16 anni di servizio;
-> la "vigilanza notturna" che la corporazione si auto-pagava per proteggere i magazzini e le botteghe;
La fine della corporazione si ebbe nel 1770, quando venne istituita l'odierna "camera di commercio".
andiamo a vedere l'attività nello specifico..
I soci, essendo mercanti, importavano le materie prime principalmente da Inghilterra o Penisola Iberica (perché le migliori sul mercato); Col tempo però, si riunirono in potenti compagnie commerciali, che permisero l'apertura di molte filiali in città europee e del nord Africa e quindi la possibilità di acquisire anche merci locali come perle, corallo, oro, argento e seta.
Le pezze successivamente venivano marchiate con una specie di codice a barre, nel quale si indicava paese di provenienza e prezzo pagato in moneta locale. A questo punto venivano piegate a torsello (da qui lo stemma) per caricarle più facilmente sui muli e attraversando mezza europa arrivavano finalmente a Firenze (mesi e mesi di viaggio, che a noi oggi sembrano troppi, ma che allora portavano non pochi problemi).
Arrivati a Firenze venivano svolti una serie di processi aggiuntivi per rendere la materia grezza in un prodotto finito (cardatura, cimatura, raffinazione e tintura) e a quel punto "TUTTI PRONTI PER IL MERCATO".
Gli appartenenti a quest'arte erano dei veri e propri imprenditori, che svolgevano attività di import-export. Divenne una delle arti più potenti a Firenze, visto il giro d'affari e la quantità di denaro maneggiata che successivamente si legò alle "sorelle" (arte del cambio, della lana e della seta) creando una rete ancora più forte e importante.
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