L'episodio risale al 1117 quando Pisa, cercando di scacciare i pirati saraceni dal Mediterraneo, siccome dovevano spostare il loro esercito lasciando la città indifesa, chiesero aiuto ai fiorentini per proteggerla da eventuali assalti.
I fiorentini accettarono e si accamparono fuori dalla città e con lo scopo di rassicurare i pisani della loro buonafede posero il divieto assoluto di entrare in città per qualsiasi ragione. Un soldato disubbidì e nonostante l'intercessione dei pisani, fu condannato all'impiccagione come esempio per gli altri.
I pisani tornando vittoriosi dalla campagna contro i saraceni decisero di regalare ai fiorentini due colonne facenti parte del bottino razziato, che secondo la leggenda avevano il potere di far apparire riflesso il volto di coloro i quali pur avendo commesso reati, erano rimasti ancora sconosciuti alla legge e quindi impuniti.
Contenti del regalo i fiorentini trasportarono le colonne con molta accortezza, ma giunti a Firenze si resero conto le colonne non erano lucenti ma opache.
La sera prima, una parte dei pisani gelosi e contro la donazione nei confronti della città di Firenze, avevano deciso di affumicare le colonne facendogli perdere il presunto potere.
Da lì nasce il detto:
"Fiorentini ciechi e pisani traditori!"
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